Si è tenuta lo scorso sabato 2 aprile a Roma l’assemblea in presenza di Polis Aperta. La giornata, la prima dopo la fine dello stato di emergenza, è stata anche un’occasione per offrire agli operatorə in divisa di tutte le forze di polizia, un importante momento formativo incentrato sul contrasto ai crimini d’odio.
Nella mattinata di sabato, all’interno della sala Gonzaga del Comando Generale Polizia Roma Capitale, si sono avvicendati il Vice Questore della Polizia di Stato Francesca Romana Capaldo, in rappresentanza di Oscad, l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, l'avvocata Stefania Boccale di Unar, ufficio nazionale anti discriminazioni razziali e Simonetta Moro, psicologa e psicoterapeuta, membro del direttivo di Polis Aperta con delega alla formazione. A fornire il loro contributo all'interessante dibattito, moderato da Michela Pascali delegata ai rapporti istituzionali di Polis Aperta, anche l’Anvu,l’associazione professionale polizia locale d’Italia e il mondo dell'associazionismo legato alla comunità Lgbtiq+ in particolare il circolo Mario Mieli, Agedo Lazio, Gay help line, Gayroma, e Gaynet. Tutti gli interventi hanno evidenziato la necessità di aprire un dialogo, reale e profondo, tra operatorə di polizia e cittadinə Lgbtiq+ per aumentare la sicurezza percepita da tutti i membri della comunità, individuando i crimini improntati all'odio e assicurando, chi commette queste tipo di esecrabili reati, alla giustizia. La stesso incontro formativo di sabato è stata una prima, storica, occasione d’incontro tra associazionismo, istituzioni e forze di polizia che ha permesso di mettere le basi per una futura collaborazione che abbatta le barriere comunicative.
Nel pomeriggio l’assemblea ha discusso e approvato il bilancio e gli ordini del giorno dell’associazione. La giornata è stata un’occasione di festa. Finalmente, dopo due anni di pandemia, socie e socie, appartenenti a diversi corpi di polizia e dell’esercito, hanno avuto l'occasione di rincontrarsi, di confrontarsi e mettere in campo nuove sinergie per contribuire a rendere l'Italia, il Paese che abbiamo l’onore di servire in divisa, un posto sempre più inclusivo.